21 marzo, giornata nazionale del profumo

21 marzo, giornata nazionale del profumo

Il 21 marzo si festeggia la Giornata Nazionale del Profumo. L’evento nasce con l’idea di sensibilizzare i consumatori sul patrimonio artistico, culturale e scientifico di ogni fragranza e di promuovere le figure professionali, dagli artisti alle aziende, che contribuiscono a rendere unica l’esperienza sensoriale.

Approfittiamone per scoprire qualcosa di più sui profumi, in particolare sulla profumeria artistica e di nicchia.

Dove mettere il profumo

È qualcosa che sembra scontato ma in realtà non tutti sanno come e dove mettere il profumo. Oltre alla classica nuvola di profumo da attraversare, ci sono dei punti dove è meglio capire come distribuire le fragranze, come ad esempio:

  • sulla pelle
  • Quando entra in contatto con la pelle il profumo sprigiona anche la fragranza unica di ogni persona. Meglio applicarlo nei punti caldi e umidi del corpo, e in quelle zone in cui si sente il battito del cuore (come tempie e polsi): a ogni pulsazione il profumo sprigionerà le sue note.

  • sui capelli
  • È consigliabile metterlo all'attaccatura dei capelli, se sono corti, o sulle punte, se sono lunghi.

  • sugli abiti
  • I tessuti naturali come la lana, la seta, il velluto, il cachemire, il cotone o il lino esalano perfettamente le fragranze. Lo stesso non vale per le fibre sintetiche. Alcuni tessuti inoltre, rischiano di macchiarsi, perciò è opportuno non spruzzare mai direttamente il profumo sul tessuto e tenere lo spruzzo a distanza di almeno 10 cm. 

    Scopri la profumeria artistica: chi fa il profumo?

    I profumieri, i cosiddetti “nasi”, memorizzano all’incirca 3.000 sentori, contro la media di 1.000 odori di una persona qualunque, e li mescolano tra loro dando vita alla fragranza. Il lavoro di un naso è quello di tradurre l’ispirazione in profumo

    Il lavoro parte appuntandosi quella che potrebbe essere la formula più adatta che si ha in mente. Poi, nel laboratorio, il profumiere realizza la fragranza. Fondamentali sono le ricerche delle materie prime, che possono essere naturali e chimiche, che provengono da tutto il mondo. Si tratta molto spesso di una tradizione di famiglia in cui ci si abitua a riconoscere gli odori fin da bambino, oltre a eventuali successivi studi accademici e stage in aziende del settore. 

    I nasi più famosi

    Molti creano fragranze per più marchi contemporaneamente. È il caso per esempio di Bertrand Duchafour naso per L’Artisan Parfumeur, ma anche per Amouage e molti altri marchi e Alessandro Gualtieri, conosciuto anche come The Nose, creatore di OrtoParisi e Nasomatto.

    Tra le personalità di spicco troviamo inoltre:

    • la francese Olivia Giacobetti che ha realizzato profumi per Diptyque, Frederic Malle, L’Artisan Parfumeur
    • la famiglia Creed, mastri profumieri da diverse generazioni.
    • David Benedek di BDK PARFUMS, che a soli 28 anni è il mastro profumiere più giovane al mondo
    • François Hénin, fondatore di Jovoy e Jeroboam
    • Lorenzo Villoresi che, oltre a essere profumiere per l'omonimo brand è anche autore di un libro dedicato alla profumeria artistica dal titolo Il profumo storia, cultura e tecniche.

    Come si diventa Maitre parfumeur

    Esistono molte scuole, soprattutto in Francia, che offrono una preparazione nel settore dopo un diploma in chimica. Ci sono poi stage e corsi di formazione all’interno di grandi aziende che permettono di consolidare la propria formazione.

    Quando nasce il profumo?

    Il profumo sembra essere nato in Oriente per i riti religiosi. Siccome il fumo odoroso si levava verso il cielo, si decise di chiamarlo “per fumus”, dal latino, attraverso il fumo. 

    Fu poi scoperta la distillazione da parte degli arabi, ai quali si deve l’invenzione dell’alambicco, usato ancora oggi. Nell’Antica Grecia, con il culto della bellezza il profumo trova ampio spazio, soprattutto con gli “euodia”, gli odori buoni. Anche i Romani dopo le prime diffidenze nei confronti di questa invenzione orientale, cominciarono a utilizzarli durante i convivi. 

    Nel Medioevo si fa un uso smodato di profumi per rimediare alla mancanza di igiene. Appaiono le prime acque profumate come l’Acqua d’Ungheria e, più tardi, l’Acqua di Colonia. 

    L’uso del profumo si diffonde in Francia per merito di Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI e di Giuseppina, consorte di Napoleone. Dopo il XVIII secolo, l’industria francese dei profumi si concentra a Grasse, nel sud della Francia, dove si distillava l’essenza di lavanda nelle fabbriche di guanti. È invece alla fine della Seconda Guerra Mondiale che si espande verso un pubblico più ampio.